 
															Il Gran Capitolo dei Liberi Muratori dell’Arco Reale d’Italia è il corpo rituale massonico ufficiale del rito di York che rappresenta la massoneria dell’arco reale in Italia. Ha rapporti di reciprocità con il Grande Oriente d’Italia e fa parte del Gran Capitolo Generale Internazionale dei Massoni dell’Arco Reale.
Se è la tua prima volta qui, benvenuto, abbiamo un messaggio per te:

Ciao,
se sei su questo sito per la prima volta, è probabile che tu stia cercando di scoprire di più sul Gran Capitolo dei Liberi Muratori dell’Arco Reale in Italia. Forse sei un profano curioso o un iniziato che desidera approfondire la conoscenza di questa antica e venerabile tradizione.
Il Gran Capitolo rappresenta un ulteriore passo in avanti nell’esperienza iniziatica all’interno dell’ordine libero muratorio. I suoi segreti, trasmessi attraverso generazioni di maestri, sono stati celati dietro metafore e allegorie simboliche, rivelando nuovi aspetti di complessità e coerenza del metodo iniziatico.
Se sei un visitatore curioso, scoprirai usanze, fatti storici e qualche segreto che ti aiuteranno a conoscerci meglio. Ti invitiamo quindi a continuare l’esplorazione di queste pagine e a lasciarti affascinare dalla nostra tradizione. Buona navigazione!

Se, inoltre, sei un fratello, ti potresti essere chiesto se, una volta raggiunta la maestria, la tua strada sia da considerarsi conclusa. È probabile che qualcuno ti possa aver suggerito di continuare in un cosiddetto rito di perfezionamento. Perché può essere opportuno farlo?
Come sempre, è importante che ognuno cerchi la propria risposta e, per aiutarti a trovarla, il Gran Capitolo ti offre, in queste pagine, il suo punto di vista.
Il nostro corpo rituale non fornisce gradi più elevati della maestria, ma un metodo di approfondimento dei gradi della massoneria azzurra, attraverso metafore, rituali e misteri in un’ottica prevalentemente veterotestamentaria. Ancora una volta, non ti verranno offerte soluzioni, ma strumenti di indagine e nuovi quesiti, andando oltre quella filosofia del dubbio che relega la libera muratoria a una scienza di progressiva elevazione e introspezione.
I simboli su cui sono imperniati i rituali ti aiuteranno a riflettere e approfondire temi che hai già incontrato nei gradi azzurri. Ad esempio, vorresti sapere in che modo ricevere la paga che ti sei guadagnato come compagno d’arte? Oppure, ti piacerebbe scoprire cosa significa finalmente completare il tempio? O, ancora, vorresti riscoprire la parola perduta di maestro?

Se non ci dovessimo incontrare nel rito, ti ringraziamo per aver letto con pazienza queste righe introduttive, sarà bello continuare ad abbracciarci e lavorare da fratelli nelle nostre officine. Se, invece, l’esplorazione ti avrà interessato e vorrai proseguire oltre, il Gran Capitolo ti attende, pronto a conoscerti per condividere tradizioni che arricchiranno il tuo cammino e contribuiranno a farti vedere nuovi aspetti della libera muratoria.
Un compagno del Gran Capitolo dei Liberi Muratori dell’Arco Reale in Italia
Altrimenti ti auguriamo una buona esplorazione tra le sezioni del sito:
Il rito di York è il rito di perfezionamento più diffuso al mondo. Una delle sue caratteristiche più peculiari è che, a differenza di altri riti, non è un’entità unica ma, nel percorso proposto, vede affiancati tre corpi rituali, ovvero la massoneria dell’arco reale, la massoneria criptica e l’ordine del tempio.

Pur collaborando strettamente tra loro, tutti e tre gli ordini sono indipendenti e sovrani, esprimendo ciascuno il proprio corpus juris e i propri rituali. Questo è uno dei principali motivi per cui molti definiscono lo York un rito orizzontale, e sottolinea quanto ogni corpo rituale sia di pari importanza e dignità rispetto agli altri.
Il rito di York riunisce, per quanto riguarda l’Italia:
Approfondisci finalità e
filosofia del rito di York
attraverso le parole
di Massimo Agostini in
Viaggio simbolico nel rito di York,
la cripta di re Salomone
e il mistero templare
di Massimo Agostini
Magna est veritas et praevalebit
Per il massone la verità, quella iniziatica, è al contempo fonte e fine di una ricerca intima, unica, personale, la cui essenza non è solo razionale, ma necessariamente anche coinvolgente, emotiva, ispirata.
Una verità che per afferrarla necessita di metodi e di strumenti, ovvero di un modus operandi che nulla a che vedere con l’erudizione, appartenendo ad una consapevolezza esperienziale intima, e per questo unica e irripetibile.
In questo magnifico viaggio nel mondo materiale possiamo decidere se essere viandanti che, attratti dai fuochi fatui dell’esistenza materiale, si perdono negli sterili meandri di circonvoluzioni senza meta, piuttosto che assumere le vesti del pellegrino che anela di varcare i veli della conoscenza, per ri-scoprire la propria essenza più intima, quella universale, che tutto comprende.
Nel percorso massonico i rituali, i simboli, il giusto salmodiare della Parola, rappresentano gli strumenti lasciati come eredità da chi ha vissuto il dono di quella verità.
La storia della massoneria e ancor più quella dell’arco reale, si intreccia con la storia della costruzione di un tempio, che va ben oltre al concetto di un luogo sacro destinato ad un culto. Il tempio rappresenta infatti l’essenza di quella conoscenza spirituale che una volta acquisita, consente all’uomo libero e di buoni costumi di donare nuova luce all’umanità.
Il Tempio è quindi il frutto di un’arte sacra, che si realizza nel saper essere e quindi nel saper fare, trovando la sua sintesi nell’essenza demiurgica che ci appartiene.
Il sentiero iniziatico assume quindi l’espressione simbolica della costruzione del sacro tempio dell’essere, dando voce allo spirito divino che vibra in noi.
In questo percorso, rilevante è il mistero racchiuso nel rito di York, che trae la sua origine proprio da quelle tradizioni sacre che la sapienza di eccellenti maestri ha saputo celare, per poi tramandarle di generazione in generazione.
Nel libro Rito di York: Storia e Metastoria di Tiziano Busca, ex sommo sacerdote del rito di York, si legge:
Uno dei luoghi comuni più abusati parlando del rito di York è quello che lo descrive come rito americano, mentre invece è più esatto dire che il rito di York rappresenti la più pura e antica espressione della massoneria delle origini, frutto di una evoluzione storica durata secoli e che ha avuto l’Europa come cuore. È avvenuto, questo sì, che il rito trovasse da subito terreno fertile in America al punto che oggi è ritenuto il rito massonico con maggior numero di aderenti.L’anima dello York appartiene a un’antica ritualità che viene indicata come quella degli ancients, gli antichi, che assieme ai moderns, cioè gli speculativi accettati, sono oggi il seme della moderna massoneria, perdendo ogni riferimento all’esercizio effettivo del mestiere. Le ragioni che portarono ad una divisione, nella fase costitutiva di Anderson, tra ancient e modern, era nella natura del principio iniziatico che distingueva la figura del maestro. Anderson quando costituì la massoneria moderna nel 1717 prevedeva solo due gradi: apprendista e compagno, mentre solo nel 1720 introdusse la figura del maestro, allineandosi alla struttura delle logge di York. Tra modern e acient rimase comunque la profonda differenza: i primi, ancora oggi, lavorano alla ricerca della parola perduta che invece negli ancient è costitutiva del percorso del maestro. (…)
La peculiarità del rito di York viene testimoniata non solo attraverso la diversa ritualità, ma anche dal possesso della parola e del segreto della conoscenza che, nel rito di York, avviene già nel grado di maestro dell’arco reale.
Il sentiero di conoscenza del rito di York trae la sua origine nei misteri contenuti negli antichi testi sacri e soprattutto nella Bibbia. Ogni grado contiene in sé la ricostruzione di vicende bibliche che, assumendo il valore di una drammatizzazione, conducono il postulante a varcare il velo spazio-temporale, consentendogli di vivere, nell’intimo della propria essenza, la metastoria iniziatica degli antichi costruttori del tempio di Salomone.
La trama espressa nel percorso massonico, e ancor più nel del rito di York, è incentra infatti sulle vicende del tempio di re Salomone, dell’arca dell’alleanza e della Parola, perduta e ritrovata: una storia che trova nei simboli e nelle vicende narrate, il senso di un potente mistero iniziatico.
Più che in altri riti massonici, nel rito di York è preponderante il riferimento all’ordine templare, dando seguito a quella avvincente trama legata ai segreti iniziatici celati dal sommo sacerdote nella cripta del tempio di re Salomone.
Le ultime tre tappe del rito di York infatti non sono gradi, come in altri riti, bensì ordini cavallereschi.
Un percorso rituale che assume la valenza di una vera e propria ierofania, attraverso il progressivo evolversi di un vissuto intimo personale: dall’Ordine della Croce Rossa, all’Ordine dei cavalieri di Malta, per approdare, infine, avendo compreso il senso della parola sacra del maestro, al sacro Ordine dei cavalieri templari, come monaci-guerrieri e custodi del segreto nascosto e ritrovato.
Un percorso di conoscenza che conduce il maestro alla scoperta della Shekinah, la presenza divina della camera capitolare del rito di York, avendo assunto quello stato sacerdotale che consente di accedere al sacro mistero del sancta sanctorum del tempio.
Il rito di York, nella sua complessità simbolica e rituale, non è certamente l’unica fonte di quella Verità alla quale aspirano gli uomini liberi e di buoni costumi, come per altro la massoneria, a sua volta, non è l’unico sentiero capace di donare luce al pellegrino che ricerca il sacro.
La via della conoscenza appartiene anche a chi sa, con sapienza, riunire ciò che è sparso, per poi scoprire che, una volta saliti sulla montagna sacra, ogni sentiero può condurre alla vetta.
È indiscutibile che i rituali e i simboli tramandati nel rito di York, si diramano secondo due principi fondamentali: da un lato la volontà di tramandare un’essenza esoterica, volta alla realizzazione spirituale dell’uomo; dall’altro quella di consegnare ai posteri verità storiche, affinché non cadano nell’oblio di un potere ostile.
Come più volte riportato nei miei scritti: la storia è scritta dai vincitori, sicché ai perdenti non resta che tentare di tramandare la propria verità in modo nascosto.
Nel mondo ebraico era costume che la verità venisse trasmessa da padre in figlio attraverso una cerimonia iniziatica chiamata benedizione, ed è grazie a questa cerimonia, in uso fin dai tempi di Enoc, che alcuni antichi misteri sono giunti fino a noi.
Ci sono infatti momenti della vicenda biblica che assumono un ruolo fondamentale nella ricerca della verità, non solo spirituale, ma anche storica.
Come abbiamo detto, il rito di York esprime non solo i misteri di una storia tramandata, ma anche, e ancor di più, una conoscenza iniziatica espressa dai simboli, dalle parole sacre e di passo che si presentano nelle vari gradi.
Il mistero della camera criptica, contiene infatti il simbolismo della caverna, quale espressione dell’incontro con i nostri demoni: ovvero con il lato più oscuro e impenetrabile dell’anima.
La caverna assume quindi il connotato di ciò che ci opprime e ci spaventa, è immagine dell’oltretomba, del viaggio della psiche nella propria coscienza svelata.
In essa vi alberga il senso della morte: di una fine che appartiene alla nostra incompiutezza materiale, ma capace, se svelata, di rigenerarci in una nuova consapevolezza che tutto comprende.
È da quella cripta, e dai misteri divini che gelosamente custodisce, che l’uomo trova l’alimento per la propria essenza spirituale e, con esso, le sacre leggi che guidano il cammino iniziatico: al pari di quella manna e di quelle leggi che il Signore concesse a Mosè nel deserto, per poi essere custodite nel sacro scrigno dell’arca dell’alleanza.
La potenza della manifestazione divina è però concessa solo al maestro, al sacerdote del tempio, a colui che, attraverso un profondo percorso di gnosi, ha saputo interpretare le leggi divine, completando la costruzione del proprio tempio interiore.
Ecco allora il senso del passaggio dallo stato di maestro dalla camera criptica, a quello della camera capitolare dell’arco reale: un percorso che delinea il compimento della maestranza, simbolicamente rappresentato dalla capacità di riconoscere la pietra necessaria al completamento del tempio del Signore.
La chiave di volta costituisce infatti il principale elemento simbolico della camera capitolare: essa rappresenta la pietra erroneamente scartata dai maestri poiché ritenuta non conforme al progetto per la costruzione del tempio, una pietra invece che risulterà fondamentale per il completamento dell’Opera.
La chiave di volta diventa quindi il simbolo di quelle energie ritenute non conformi al giusto divenire dell’anima nel suo viaggio di rigenerazione spirituale, costituendo invece l’elemento portante per la propria realizzazione.
Ciò insegna che nel sentiero iniziatico nulla avviene per caso, e che ogni manifestazione, per quanto ritenuta negativa, potrebbe avere in sé l’alito del disegno divino, quale elemento necessario per esprime la mirabile potenza divina che è in noi. (Shekhinah).
La condizione del maestro dell’arco reale corrisponde quindi a quello del sommo sacerdote, al monacòs, che partecipa dello spirto divino.
Lo stato di monacòs appartiene anche a quei cavalieri che, giunti alla conoscenza del mistero sapientemente celato nella cripta del tempio di re Salomone, attraverso la benedizione iniziatica, hanno ricevuto l’investitura a custodi della potenza espressa dall’arca dell’alleanza e dalla parola perduta.
Questo breve lavoro non può certamente considerarsi esaustivo nell’affrontare l’intima e complessa essenza esoterica del rito di York, potendo tuttalpiù esprimere il profumo di una parziale interpretazione simbolica.
Ogni corpo rituale opera quindi in autonomia, spesso con differenti accordi tra nazione e nazione. A prescindere dalla giurisdizione, comunque, l’appartenenza a un capitolo dell’arco reale è sempre richiesta e deve essere mantenuta per mantenere l’appartenenza agli altri due corpi rituali.
In Italia, i tre ordini propongono un percorso suddiviso in undici gradi e tre corpi appendant che si aggiungono ai tre gradi tradizionali di apprendista, compagno e maestro. Scopri il percorso degli undici gradi esplorando i tre corpi rituali del rito:
È la prima tappa cui il maestro massone fa ingresso nel rito di York e si rifà alle tradizioni delle corporazioni di mestiere e dei costruttori di templi e cattedrali. Conferisce i seguenti gradi:
Per approfondire la storia e la simbologia dei gradi capitolari ti invitiamo a visitare la sezione dedicata all’arco reale e al gran capitolo.
La massoneria criptica vede il ricorrere del simbolismo di una camera sotterranea celata sotto nove archi e un velo a custodia dei misteri iniziatici. I tre gradi conferiti nella massoneria criptica sono:
I cavalieri templari costituiscono il terzo e ultimo ordine del rito di York. Le divisioni locali sono denominate commende e operano ispirandosi agli ordini cavallereschi. Gli ordini conferiti dai cavalieri templari sono:
In Italia sono attivi anche tre corpi appendant, ovvero corpi rituali di ulteriore perfezionamento, ai quali si può accedere solo se si è completato tutto il percorso e si è stati chiamati a guidare un capitolo, un concilio o una commenda. In particolare:
Vi è infine l’ordine della croce rossa di Costantino, considerato come la più alta onorificenza conferibile nel rito di York. È una camera riservata a chi, nel tempo, si è distinto o ha portato lustro al rito e a cui si accede solo su invito.
Non ancora in uso in Italia, citiamo per completezza, il quarto e ultimo appendant body, l’ordine dei cavalieri crociati, riservato agli ex commendatori.
Il nome del rito trae origine, come probabilmente è facile immaginare, dalla città di York, dove, secondo la tradizione massonica, avrebbero avuto luogo i primi incontri massonici in Inghilterra.
Per la sua nascita ufficiale invece, dobbiamo trasferirci oltreoceano, a Boston, dove, per convenzione, è adottata la data di costituzione del più antico tra i tre corpi rituali, quella del Gran Capitolo degli Stati del Nord, il 24 ottobre 1797. Di lì a breve, anche l’Europa formalizzerà le sue istituzioni, dando vita, nei trent’anni successivi, al Gran Capitolo dell’Arco Reale d’Inghilterra (1817), di Scozia (1817) e di Irlanda (1829).
Nel 1806, il Gran Capitolo degli Stati del Nord si trasforma nel Gran Capitolo Generale dei Massoni dell’Arco Reale degli Stati Uniti e, a seguito della diffusione della massoneria dell’arco reale nel mondo, assume, nel 1954, la denominazione con cui oggi la conosciamo: Gran Capitolo Generale Internazionale dei Massoni dell’Arco Reale (General Grand Chapter of Royal Arch Masons International o GGCRAMI).
In Italia si diffonde a partire dagli anni ’60, quando un gruppo di fratelli milanesi comincia a frequentare il rito in Germania, grazie a compagni appartenenti alle forze armate statunitensi che avevano installato in loco alcuni capitoli dell’arco reale.
Al di là delle date ufficiali, come per la massoneria tradizionale, i corpi massonici del rito di York hanno una storia più antica e le ritualità che avevano iniziato a consolidarsi nel ‘700 riprendono tradizioni che affondano le loro radici in un passato risalente a molti secoli prima.

La città, antica e legata alla tradizione, fu fondata dai romani nel I secolo con il nome di Eboracum, latinizzazione del gaelico eborakon che significa luogo del tasso o luogo del popolo del tasso. Lo stesso nome York, contrazione di Jòrvìk, nome con cui i danesi chiamavano il territorio durante la loro occupazione tra IX e il X sec., proviene dall’anglosassone Eoferwic, dove wic sta per villaggio e Eofer, ancora una volta, significa tasso.
Un albero sacro per tutte le culture indoeuropee, associato, probabilmente per la sua velenosità e la sua straordinaria longevità, ai concetti di mortalità e immortalità. Questo ha fatto sì che, nelle diverse tradizioni, fosse associato a festività come Samhain, la notte tra il 31 ottobre e il 1 novembre, dove il mondo dei vivi entra in contatto con quello dei morti, o, ancora, al solstizio di inverno dove, dopo la morte portata dalla lunga notte, si assiste al lento rinascere del sole. Una dualità che fa assumere simbolicamente al tasso un ruolo di soglia, concetto caro agli iniziati, che divide il profano dal sacro. La stessa soglia che allegoricamente rivela, a chi l’oltrepassa, il mistero tradizionale tra vita e morte. Potremmo quindi concludere che, chiamare la città Eboracum, luogo del tasso, significa attribuirle il ruolo di luogo della tradizione (o del popolo della tradizione, il significato è analogo).
Passando dai luoghi alle persone, York è anche una città in cui si sono incrociati i destini di molti uomini che hanno contribuito in modo fondante alla tradizione libero muratoria.
Si potrebbe citare, ad esempio, Eborio di York, vescovo del concilio di Arles, che nel 314, con Costantino, riformò la consacrazione episcopale stabilendo che dovesse avvenire per opera di tre vescovi: un consacrante principale e due consacranti (forse a qualcuno potrebbe ricordare qualcosa…).
Ma anche Alcuino di York, allievo del venerabile Beda, che, chiamato da Carlo Magno alla guida della Schola Palatina, sfrutterà il suo bagaglio di conoscenze tradizionali dando forte spinta alla rinascenza carolingia. Fu lui a compilare il primo messale della storia, in uno sforzo proteso all’unificazione di riti e liturgie. A lui si deve la riforma dell’istruzione che insegna a leggere e scrivere non più solo a religiosi e nobili ma anche a laici non privilegiati.
O ancora Athelstan, primo re inglese, considerato protettore dei liberi muratori in Inghilterra: a lui e alla sua stirpe sono legate le origini libero muratorie che si riallacciano a un mitico evento del 926, quando il principe Edwin, figlio di Athelstan, tenne proprio a York la prima grande assemblea di liberi muratori per stabilire le regole della massoneria.

Sebbene la storia corra di pari passo con la leggenda, in quanto oggi sappiamo che Athelstan non ha mai avuto alcun figlio di nome Edwin, la vulgata vuole che regole e insegnamenti vennero poi raccolti e tramandati nelle costituzioni gotiche, un corpus di manoscritti redatti in epoca medioevale. Tra essi spiccano il Poema Regius o manoscritto Halliwell (1390 ca., in foto) e il manoscritto Cooke (1425 ca.), aiutandoci a identificare, quantomeno in quel periodo, i prodromi della trasformazione della massoneria operativa in speculativa.
Tuttavia perché non usare direttamente la figura del re e inserire invece una figura inventata come quella di Edwin? Una concreta interpretazione è stata data dal giornalista Silvano Danesi, che fa risalire l’origine del nome al britannico Edn Owain, dove edn sta per da, e il nome Owain è derivato a sua volta da og, giovane e ywein, tasso. Questo lo porta a definire Edwin come colui che è nato dal tasso, ovvero, ricordandoci il valore simbolico dell’albero, come dicevamo poc’anzi, nato dalla tradizione. Questo riferimento aggiunge ulteriore spessore alla leggenda della prima assemblea massonica di York, perché, più che di mera nascita, si sarebbe voluto così indicare un vero e proprio passaggio di consegne dall’Antica Tradizione a quella massonica.
Facendo un piccolo passo avanti nel tempo rispetto alla prima grande assemblea, troviamo le prime testimonianze di logge operative a York nel Fabric rolls of York Minster (1352), un documento che registra le logge di mestiere operanti alla cattedrale di San Peter. Nell’incipit si può leggere:
Dal venerabile capitolo della chiesa di San Peter a York è stato ordinato di osservare le vecchie usanze di scalpellini, falegnami e altri operai edili in modo tradizionale e in ogni stagione. In base a ciò, il primo e il secondo scalpellino, chiamati loro maestri, il falegname dell’edificio, e gli altri che sono accettati o ancora da accettare dal capitolo, giurano davanti del capitolo di osservare e usare le vecchie usanze descritte di seguito dagli altri scalpellini, falegnami e altri operai.
Per quanto riguarda le logge speculative, invece, anche se ci sono tracce che attestano la loro presenza già a inizio del ‘600, la prima di cui abbiamo a tutt’oggi ancora conservati i documenti è la York lodge del 1693, zoccolo duro della Ancient Society of Freemasons in the City of York. Sara proprio quest’ultima a diventare, nel 1725, The Grand Lodge of All England Meeting since Time Immemorial in the City of York o, più semplicemente, la Gran Loggia di York.

Uno dei motivi principali per cui l’Ancient Society si costituì Gran Loggia di York fu quella di salvaguardare alcune forme tradizionali che si stavano via via perdendo a seguito delle pesanti riforme introdotte dalla Grand Lodge of London and Westminster, la gran loggia londinese nata il 24 giugno del 1717 nella ormai famosa taverna Goose and Gridiron (l’oca e la graticola), e che, di lì a poco, diventerà Premiere Grand Lodge of England e quindi Grand Lodge of England. Questa gran loggia, la cui repentina espansione la porterà presto a essere la più importante gran loggia dell’epoca, sarà presto conosciuta da tutti come Gran Loggia dei Moderns, a causa delle importanti innovazioni nel sistema catechistico e nella revisione delle costituzioni gotiche per mano del fratello Anderson, padre delle moderne costituzioni massoniche.
Quali furono i punti toccati dai moderns nelle loro revisioni? Tra i principali cambiamenti abbiamo, ad esempio, la scomparsa dei riferimenti cristiani dai rituali, l’introduzione del grado di maestro e della leggenda di Hiram, la creazione di letture di istruzione su geometria e architettura, l’adozione di grembiuli più piccoli e pratici di quelli che tradizionalmente si usavano nelle gilde di mestiere. I moderns condannano inoltre anche le ritualità dell’arco reale e della massoneria del marchio, nata nelle gilde di Magdeburgo a inizio del ‘200, ritualità che tuttavia continuano a essere praticate nel nord, soprattutto a York. In questo clima di riforme, comunque, le due gran logge continuano a lavorare senza particolari problemi, dividendosi tacitamente l’Inghilterra tra nord e sud.
La crisi arriverà solo nel 1735, quando i moderns fondano due logge nel territorio di competenza della Gran Loggia di York. Una divisione che si fa più profonda nel 1738, quando viene stabilita una deputazione dei moderns nello Yorkshire, interrompendo definitivamente i rapporti formali tra nord e sud dell’Inghilterra. Nonostante ciò, all’interno delle logge del sud, molti fratelli mostrano un’inclinazione verso le modalità della tradizione di York. Così, nel 1751 si arriva allo scisma e, dalla Grand Lodge of England, gemma la Antient Grand Lodge of England, chiamata anche Most Ancient and Honourable Society in London of Free and Accepted Mason according to the Old Institution, che rivendica di essere la custode della tradizione muratoria profanata dai moderns.

La Gran Loggia dei Moderns accusa il colpo ma, nonostante tutto, continua la sua vertiginosa espansione nel continente che ormai la guarda come punto di riferimento principale di tutta la libera muratoria.
Sono passati ormai cinquant’anni, la Francia sarà sconvolta dalla rivoluzione e l’Inghilterra, avvertendo lo stesso pericolo, si organizza per porre un freno alle numerose società segrete che potenzialmente rappresentano un pericolo per la corona. Così, nel 1797, il parlamento promulga il Unlawful Societies Act che scioglie tutte le società che legano i propri membri a un qualche giuramento di fedeltà.
Mai opportunamente valorizzato in termini storici, questo evento segna una pietra miliare nello sviluppo della massoneria moderna. La presenza di nobili e reali salva i liberi muratori dall’oblio, ma li obbliga, come diremmo oggi, a rinunciare a un pezzo della propria privacy, dovendo iniziare a tenere un registro nominativo dei membri, a redigere una minuta dei verbali di tornata e a ridurre il numero mensile delle riunioni. È in questo periodo che la massoneria inglese sembra quasi entrare in uno stato di quiescenza e le ritualità di marchio e arco reale sono praticate sempre più raramente.
Fortunatamente, dove c’è ombra di crisi c’è anche luce di speranza, e, questa situazione drammatica, rafforzerà la volontà di una unione fra tutti i liberi muratori, moderns e ancients. Entrambe le fazioni metteranno da parte le animosità e, trovato un accordo, il 27 dicembre del 1813 si ricongiungeranno nella United Grand Lodge of England (UGLE).
Approfondisci la storia
dell’arco reale in Inghilterra
con un brano tratto da
Cenni di Storia Simbologia e
Filosofia di Giuseppe del Noce
È con la fine della seconda guerra mondiale, che l’Ordine dell’Arco Reale si è diffuso negli ambienti Massoni Europei. Ciò non pertanto, nel mondo Massonico anglosassone, l’Arco Reale già da diversi secoli era un protagonista importante. Così come peraltro avviene, con tutti quanti i rituali massonici, anche per quelli dell’Arco Reale, non se ne conosce la provenienza né la origine. Secondo alcuni ricercatori, l’Arco Reale sorse come parte integrante del Rituale di Maestro Libero Muratore, fin dal principio del diciottesimo secolo, conseguentemente all’introduzione della leggenda Hiramitica. Fra i sostenitori di questa tesi troviamo il Gobbet d’Alviella ed il Mac Key, i quali peraltro hanno ritenuto che con il passare del tempo, si ebbe un accorciamento del rituale, mediante l’eliminazione della parte relativa all’Arco Reale. Altri studiosi di cose massoniche, sono del parere che, il grado fu creato dall’esule giacobita Ramsey in Francia. Da antichi documenti, invece si ha l’impressione che già fra gli anni 1720-1730, in Gran Bretagna esistesse il grado dell’Arco Reale.
Di sicuro si trovano prime notizie circa la sua esistenza a Stirling (Scozia) nel 1743, nel 1752 in Inghilterra ed in Irlanda e nel successivo 1753, nella colonia inglese, in terra d’America e precisamente in Virginia. In detto periodo le Logge che conferivano questo grado, non escluse quelle non dipendenti dalla Gran Loggia d’Inghilterra, nata a Londra nel 1717,adottavano rituali di varia origine o basati su tradizioni locali. Subito dopo la costituzione della Grande Loggia Massonica d’Inghilterra, i Liberi Muratori inglesi si divisero, criticandosi aspramente, sul piano ritualistico. Infatti il motivo della dissidenza era l’accusa che veniva rivolta alla Gran Loggia, di non essersi strettamente attenuta agli antichi rituali, apportandovi diverse innovazioni e di aver tralasciata la leggenda dell’Arco Reale. Su questa base di dissenso, la Gran Loggia inglese si divise in due gruppi, rispettivamente denominati: Antichi e Moderni.
Gli Antichi dettero vita ad una nuova Gran Loggia che visse ed operò per circa sessanta anni. Per essi il grado di Maestro dell’Arco Reale, che era il quarto, rappresentava il cuore della Massoneria. Per questo motivo, la Gran Loggia degli Antichi era meglio nota, come la Gran Loggia dei quattro gradi. L’azione di difesa del ritualismo, condotta dai ribelli, divenne ben presto un punto di attrazione per i liberi muratori inglesi, sia appartenenti alla Gran Loggia degli Antichi che molto rapidamente raccolse nuovi proseliti, quando fra gli stessi Moderni, diversi dei quali, nel frattempo, prendevano il quarto grado, con molta riservatezza in una delle Logge degli Antichi, tanto che gradualmente si pervenne al conferimento del grado anche in una Loggia dei Moderni che operava, quasi clandestinamente.
Nonostante la decisa e ferma avversione della Gran Loggia Madre, si verificò verso l’anno 1766, che diversi Grandi Dignitari e Grandi Ufficiali di questa, avevano preso il grado dell’Arco Reale. Fu proprio in quell’anno che Lord Bloygny, Gran Maestro dei Moderni, a titolo personale, appose la propria firma al Charter of Compact, con il quale costituiva il Primo Gran Capitolo dell’Arco Reale, o più propriamente Grand and Royal Chapter of the Royal Arch of Gerusalem, avente facoltà di costituire Capitoli. Questo atto recante la firma del Gran Maestro dei Moderns fu molto discusso e creò grande imbarazzo, ebbe però il pregio di costringere la Gran Loggia dei Moderni a modificare il proprio atteggiamento, al punto di pervenire al riconoscimento dell’Arco Reale, pur con i Moderns, che nel frattempo crescevano quantitativamente. Infatti nell’anno 1800, il Gran Capitolo dei Moderns contava ben 116 Capitoli.
Solo nel 1813 le ostilità fra le due Grandi Logge ebbero fine, grazie ad un elaborato compromesso trovato fra le parti, circa la posizione dell’Arco Reale. Infatti secondo Jones, il compromesso raggiunto fra le due parti fissò una posizione piuttosto anomala per l’Arco Reale, almeno per le logge soggette alla giurisdizione inglese. Tanto può rivelarsi dal famoso patto di unione stipulato fra le due grandi logge, che sancisce:
La pura antica Massoneria è composta da tre gradi, e non di più, cioè quelli dell’Apprendista, del Compagno d’Arte e del Maestro, incluso il Supremo Ordine del Sacro Arco Reale.
Di fatto con l’anzidetta dichiarazione, si fa dell’Arco Reale, una simbolica appendice del grado di Maestro. Ed è proprio Bernard E. Jones, nel suo studio: Freemasons Book of the Royal Arch a porsi il problema, allorquando scrive:
…Non è strano, che quello, che nel 1813 fu considerato di essere soltanto il completamento di un grado simbolico, è rimasto sotto la giurisdizione di un corpo estraneo all’Ordine (quale è il Gran Capitolo dell’Arco Reale)…
….una simile condizione anomala deve essere stata possibile soltanto nel modo si pensare inglese, ma si deve ammettere che il compromesso, illogico che sia, ha funzionato…
Il tempo, però, lavorava per giungere ad un graduale chiarimento. Infatti dopo nuove trattative, nel 1817 si pervenne all’unificazione dei due Grandi Capitoli, pur non chiarendo ancora l’equivoco, in quanto con esso si ribadiva, non essere l’Arco Reale un grado a sé stante. Allo scopo si riconfermò il compromesso del 1813, che non mancò di apportare al rituale inglese alcune modifiche. Sulla base di tali innovazioni ritualistiche infatti, nel corso della cerimonia di esaltazione, nel rituale si accenna di continuo a questo supremo grado, anche se poi si finisce con l’informare il candidato, non essere quello dell’Arco Reale, un grado bensì un completamento del grado di Maestro. Ma proseguendo nell’equivoco, dopo l’affermazione surriferita, il rituale prosegue nel fare riferimento a questo supremo grado, che peraltro nel rituale Aldersgate è definito l’essenza della massoneria.
Va inoltre precisato che mentre nell’Ordine inglese, la maggior parte delle Logge lavora secondo il rituale dello Emulation Lodge of Improvement il rituale più usato nell’Arco Reale è quello predisposto dall’Aldersgate Chapter of Improvement. Naturalmente il nuovo Gran Capitolo unito, decise di riconoscere tutti i Capitoli precedentemente creati, nonché di ritenere valide le interferenze con la Gran Loggia ed i suoi regolamenti. L’accordo del 1817, fra l’altro prevedeva i sottonotati principi: a) la necessità che ciascun Capitolo si innestasse in una Loggia Regolare, assumendone il numero; b) per dar vita ad un nuovo Capitolo, la relativa petizione dovesse essere sottoscritta da non meno di nove compagni dell’Arco Reale e raccomandata dal Maestro Venerabile, dai Sorveglianti e dai componenti di una Loggia Regolare.
Con il passare del tempo, il dissidio ritualistico fra Moderni e Antichi è andato sempre più affievolendosi, al punto che nel diciannovesimo secolo, il rituale inglese è stato adattato alle esigenze delle due parti in dissenso. In questo adattamento, la cerimonia pur perdendo parte del suo colore, ha approfondito notevolmente, la concezione filosofica. L’esigenza di accorciare il rituale, rendendolo aderente ai tempi moderni, ha eliminato fra l’altro la meravigliosa e suggestiva cerimonia del passaggio dei veli. Il rituale inglese, si rifà alla leggenda svolgentesi nel periodo di Ciro di Persia e precisamente al momento nel quale, questo monarca, permise agli Ebrei la ricostruzione del loro Tempio, sotto la guida di Re Zorobabele, del Gran Sacerdote Giosué e del Profeta Aggeo.

Nel giro di pochi anni però, le cose sarebbero radicalmente cambiate e si poté assistere a un costante incremento di logge e membri. Roscoe Pound afferma che la muratoria americana nasce da quattro madri: Massachusetts di orientamento ancients, Michigan e New York, ancient canadese, Connecticut e North Carolina Moderns, Louisiana e Pennsylvania di derivazione francese.
Diversamente dai cugini anglosassoni, comunque, forse per l’asprezza del territorio o forse per la sua vastità, le logge americane di ogni derivazione continuarono a lavorare in autonomia senza intralciarsi tra loro, lasciandosi influenzare relativamente poco dalla rivalità tra ancients e moderns.
Così la massoneria americana iniziò a prosperare e le cose proseguirono senza intoppi fino al 1813, quando la neoformata UGLE stabilì un canone preciso di ortodossia nel percorso ritualistico che non tutti gradirono. Diversamente dall’Inghilterra, la massoneria statunitense era abituata a pensare in maniera libera e con una vasta visione rituale portata dalle diverse correnti da cui era composta.
Il suo bisogno primario, crescendo e diversificandosi nelle varie giurisdizioni, era invece trovare modalità comuni per portare avanti la ritualità. Una pluralità rituale che troverà finalmente unità nella Convenzione di Baltimora del 1843.
Questo è il contesto in cui nasce il rito di York, un sistema massonico che ha lo scopo di mantenere vive le forme tradizionali degli ancient, del compagnonaggio e del templarismo. Per conoscerne meglio la storia è opportuno concentrarsi su una delle più grandi figure che il rito abbia avuto: Thomas Smith Webb.

Nato il 30 ottobre 1771 a Boston, Massachusetts, da genitori emigrati dall’Inghilterra, dopo le scuole pubbliche diventa apprendista tipografo e si trasferisce a Keene, nel New Hampshire, dove fu iniziato nella loggia Rising Sun n.4. Continuando la sua carriera da tipografo, nel 1793 arriva ad Albany, New York dove oltre alla sua bottega, fonda la loggia Temple n.14 che si riunisce anche in arco reale.
Dal lavoro di tipografo e la passione per la massoneria dell’arco reale nasce, nel 1797, un’opera destinata a diventare uno dei capisaldi della ritualità d’oltreoceano: The Freemason’s Monitor, or Illustrations of Masonry. Nel lavoro, Webb delinea i gradi ineffabili della massoneria, che diverranno, di lì a poco, i gradi di riferimento per tutta la massoneria statunitense.
Un mese dopo aver pubblicato il suo lavoro, Webb torna a Boston, dove il 24 ottobre 1797 presiede un incontro per la creazione del Gran Capitolo degli Stati del Nord, dando un inizio ufficiale a quello che oggi conosciamo come rito di York. A seguito di quella riunione, il 24 gennaio 1798, a Hartford, nel Connecticut, ebbe luogo la prima grande assemblea generale, dove Ephraim Kirby, già primo giudice della corte suprema del Mississipi e originario proprio di Hartford, divenne il primo sommo sacerdote generale.
Due anni più tardi, all’inizio del 1799, in una riunione analoga a Providence, Webb scende nuovamente in campo, partecipando a un incontro per la formazione del Grande Accampamento degli Stati Uniti che, nel 1816, diventerà il Grande Accampamento Generale dei Cavalieri Templari, l’organo direttivo della commenda, redigendone il primo statuto.
Durante la sua vita Thomas Smith Webb ricoprirà inoltre tutte le cariche ai vertici della fratellanza sia del rito che delle logge azzurre, guidando i fratelli e unificandone i lavori. Il suo impatto sulla massoneria americana è stato e rimane senza pari, tanto da essere spesso ricordato come il padre fondatore del rito di York.
Al Gran Capitolo Generale Internazionale e al Gran Accampamento si unirà, quasi un secolo dopo, il 25 agosto del 1880, il Gran Concilio dei Maestri Reali ed Eletti, oggi conosciuto come Gran Concilio Generale Internazionale dei Massoni Criptici.
Con l’unione simbolica di questi fratelli che si incontravano nei tre corpi rituali di capitolo, concilio e commenda si completa la nascita del rito di York come lo conosciamo noi oggi.
Approfondisci la storia
dell’arco reale negli Stati Uniti
con un brano tratto da
Cenni di Storia Simbologia e
Filosofia di Giuseppe del Noce
Fra i gruppi o sistemi originari dell’Arco Reale, esistenti nel mondo anglosassone, non vi è alcun dubbio che sia sotto l’aspetto numerico che sotto quello dell’attaccamento alla ritualità originaria, debba considerarsi prevalente quello degli Stati Uniti d’America. Sul piano della ritualità infatti, il rituale americano, non solo deve ritenersi quello che nel tempo ha subito meno variazioni, ma può a giusta ragione considerarsi il più antico di tutti gli altri. Basti pensare alla notevole sua lunghezza, nella cerimonia d’iniziazione a Maestro dell’Arco Reale, che tiene impegnato nel suo insieme, il Capitolo per oltre tre ore. Questo rituale contiene nel suo assieme molte verità esoteriche, per cui merita una particolare attenzione. Così come in Inghilterra, è accertato che anche negli Stati Uniti d’America, si concedeva direttamente il Loggia, senza richiederne alcuna autorizzazione, il grado di Royal Arch, unico obbligo era rappresentato dalla presenza in Loggia del prescritto numero di fratelli aventi tale grado.
Si ha notizia di una prima concessione del grado, avvenuta nel 1753, nella Fredericksburg Lodge, mentre solo nel 1760 a New York, con l’autorizzazione del Gran Maestro Provinciale di quello stato, si procedeva alla costituzione di una Indipendent Royal Arch Lodge. Successivamente nel 1767, si costituiva in Filadelfia, con l’autorizzazione della Gran Loggia Inglese degli Antichi, la Royal Arch Lodge n.3, ed ancora nel 1775 la Cabin Point Arch Lodge della Virginia riceveva lo Statuto. Un primo chiaro riferimento al conferimento del grado di Maestro dell’Arco Reale, si trova nell’anno 1789, allorquando la Royal Arch Lodge n.3 di Filadelfia modificò il proprio regolamento, precisando che il grado dell’Arco Reale, non poteva essere concesso, se non a quei fratelli già elevati al grado di Maestro Libero Muratore, da almeno sei mesi.
Si ha altresì notizia dell’esistenza di un primo capitolo fornito di proprio statuto nel 1791; trattavasi infatti del Capitolo Hiram n.1 di Newton nel Connecticut. Fu nel 1797 che il Rito cominciò a darsi una propria autonomia organizzativa e fisionomia. Infatti, proprio nell’anno anzidetto, in Boston, si incontrarono i delegati del King Cyrus Chapter di Newburgport e del Temple Chapter di Albany i quali intesero dichiarare che:
Nessuna Gran Loggia può rivendicare od esercitare alcuna autorità nei confronti di qualsiasi riunione o di qualunque Capitolo dell’Arco Reale; e nessun Capitolo, per quanto di esistenza immemorabile, può assumersi l’autorità e la veste di Gran Capitolo
invitavano intanto tutti i Capitoli ad incontrarsi ad Hartford nel Connecticut, il 24 gennaio dell’anno 1798. A quel convegno parteciparono nove Capitoli, i cui delegati diedero vita al Gran Royal Arch Chapter, avente giurisdizione sugli Stati del Massachussetts, Rode Island, Connecticut, New York, New Hampshire e Vermont. A seguito di questa riunione, gli stati di Rhode Island, del Massachussets, di New York e del Connecticut, si eressero rispettivamente in Capitoli. L’anzidetto Gran Royal Arch Chapter, determinò la creazione di Capitoli dell’Arco Reale in molti altri Stati e finalmente, a coronamento della sua laboriosa azione organizzativa, il 9 gennaio 1806, estese la propria giurisdizione su tutto il territorio degli Stati Uniti d’America, costituendosi in: Generale Gran Chapter of Royal Arch Masons of the the United States of America, del quale facevano parte di diritto, tutti i G.H.P. (Sommi Sacerdoti) ed i Past G.H.P. dei grandi Capitoli aderenti.
Questo supremo organo per gli Stati Uniti, precisò subito di possedere i poteri necessari per concedere ai nuovi Grandi Capitoli che sarebbero stati costituiti, i relativi Statuti, nonché di approvare o meno la costituzione dei nuovi organi e di decidere sulla regolarità degli organismi dell’Arco Reale. Il sorgere di questo corpo supernazionale, rappresentava una novità per la radicata convinzione di piena autonomia, indipendenza e libertà dei singoli Stati. Molte furono le reazioni negative che sorsero, sia all’interno del Rito, che presso le Grandi Logge di vari Stati. Nonostante queste iniziali diffidenze, la violenta campagna antimassonica scatenatasi negli Stati Uniti, in quel periodo, il General Grand Chapter of Royal Arch Masons of the United States of America, tenne regolarmente le sue riunioni triennali, rafforzando il suo potere organizzativo. Questa coesione fece superare i disaccordi sorti relativamente al conferimento dei gradi nel Council of Royal and Selected Master, ai quali si chiedeva di conferire ai capitoli e ai Grandi Capitoli, la concessione dei loro gradi. Nella riunione del supremo Organo dell’Arco Reale, tenutosi nel 1853, venne stabilito in maniera definitiva, che
…sono considerati facenti parte dell’Ordine dell’Arco Reale i soli gradi: Mark Master, Past Master, Most Excellent Master e Royal Arch Master…
mentre si consideravano amministrati dai Concili e Grandi Concili, i gradi: Royal Master e di Select Master. In merito all’insofferenza mostrata da aderenti all’Arco Reale alla costituzione del Grand Chapter of Royal Arch Masons of the United States of America, va considerato che fra gli americani, il senso di indipendenza dei singoli stati aderenti alla Confederazione è un fatto sostanziale e molto sentito, da qui l’insofferenza al sorgere di un organo supernazionale. Anche questo stato di disagi venne superato dal gran Capitolo generale, nella riunione del 1859, con la limitazione della sua autorità a quella ad esso delegata dai Grandi Capitoli dei singoli stati, ai quali restava integra la giurisdizione territoriale, mentre il Gran Capitolo Generale avrebbe avuto funzioni di Coordinamento e rappresentanza. Con l’andare del tempo, il Gran Capitolo Generale degli Stati Uniti d’America, ricevette l’adesione di molti altri Grandi Capitoli di varie nazioni del mondo, per cui nel 1954, modificò la propria denominazione in General Grand Chapter of Royal Arch Masons International.
La creazione del rito del York, a causa della sua complessa struttura organizzativa, si è svolta nell’arco di un trentennio, dal 1962 al 1991, anche se, fin dai primi anni del secondo dopoguerra, questo rito americano aveva già cominciato ad attirare le simpatie di numerosi liberi muratori italiani.
Nel 1962, grazie all’aiuto di fratelli tedeschi e americani che operavano in Germania, venne costituito a Milano il capitolo Acacia, che si pose immediatamente l’obiettivo di creare altri capitoli in Italia e raggiungere il numero sufficiente a presentare al Gran Capitolo Generale Internazionale la petizione per la costituzione in Italia di un Gran Capitolo dei Liberi Muratori dell’Arco Reale indipendente e sovrano.

Dopo la costituzione di altri quattro capitoli a Bologna, Pisa, Siena e Napoli, la domanda venne inoltrata agli Stati Uniti e, nell’aprile 1964, venne concessa ufficialmente la bolla di fondazione. Così, il Gran Capitolo dei Liberi Muratori dell’Arco Reale d’Italia fu ufficialmente costituito l’8 febbraio.
Infine, il 23 aprile 1964, Edwin A. Martini, past general grand high priest del Gran Capitolo Generale Internazionale consacrò ufficialmente il gran capitolo alla presenza di Giordano Gamberini, gran maestro del GOI e Renato Passardi, presidente del rito simbolico italiano.Fu sempre sotto la gran maestranza Gamberini che il Grande Oriente d’Italia riconobbe ufficialmente il rito nel 1967.
La nascita del Gran Capitolo dei Liberi Muratori dell’Arco Reale stimolò la formazione del Gran Concilio dei Massoni Criptici d’Italia. Il primo concilio venne fondato nel 1963 e, dopo un lento e costante lavoro, nel 1977, grazie al fraterno aiuto dei compagni tedeschi, venne concessa l’autorizzazione alla creazione del Gran Concilio dei Massoni Criptici d’Italia.
Contemporaneamente veniva sottoscritto con il Grande Oriente d’Italia un documento in cui si riconosceva la giurisdizione sovrana ed esclusiva sul territorio italiano del rito di York, articolato nei corpi rituali di capitolo, concilio e commenda.
Quest’ultima nasce infine nel 1965, sempre a Milano e operò fino al 1970, anno in cui sospese i lavori a causa di alcuni contrasti interni. Per circa sei anni, i cavalieri rimasti frequentarono le commende tedesche finché, nel 1976, si iniziò a creare nuovamente commende italiane sotto dispensa del gran commendatore internazionale. Dopo un duro lavoro, portato avanti per oltre quindici anni, nel 1991, il Grande Accampamento concesse charter di fondazione della Gran Commenda dei Cavalieri Templari d’Italia.
Nella storia recente, è infine opportuno ricordare il contributo dato al Grande Oriente d’Italia dopo il periodo buio della P2 e l’allontanamento dall’ordine di Giuliano Di Bernardo, gran maestro dell’epoca. Sarà proprio la grande stima che il rito di York italiano godeva sul piano internazionale, in primis dagli Stati Uniti, a risultare determinante per il mantenimento del riconoscimento internazionale durante i trent’anni che vanno dall’aprile del 1993 all’aprile 2023.
Approfondisci i protagonisti
dell’epoca con un brano tratto da
Breve Storia della massoneria
dell’Arco Reale in Italia
di Franco Valgattarri
 
In Italia il primo Capitolo dell’Arco Reale prese il nome di “Acacia n° 1″ e si costituì, riunendosi per la prima volta, a Milano il 29 gennaio 1962.
I 9 compagni fondatori, tutti massoni molto apprezzati e conosciuti, furono: Giovanni Bricchi, Dino Tupputi, Elio Soliani, Mario Cantore, Paolo Bianco, Luigi Giudici, Piero Gamondi, Franco Cazzaniga, Alfonso Segre.
Subito dopo seguirono la costituzione di altri 4 Capitoli localizzati a Bologna, a Pisa, a Siena e a Napoli.
L’8 febbraio del 1964 i delegati dei primi cinque Capitoli Italiani si riunirono a Milano e deliberarono la presentazione al Gran Capitolo Generale dei Liberi Muratori dell’Arco Reale Internazionale la petizione per la costituzione in Italia di un Gran Capitolo dell’Arco Reale indipendente e sovrano.
La bolla di fondazione fu concessa a Boston il 6 aprile 1964 e reca le firme di William Foster Clark, G.G.H.P., e di Charley K. Mc Gaughey, Gran Segretario.
La Bolla di fondazione del Gran Capitolo del Rito di York in Italia, ci venne ridata nel 1984 dopo che, per alcune spiacevoli vicende del 1982, era andata smarrita quella originale del 1964.
Il 23 aprile nella Casa Massonica di Milano il Gran Capitolo dei Liberi Muratori dell’Arco Reale d’Italia venne solennemente insediato dal P.G.H.P. Edwin A. Martini, e venne consegnata la Bolla al Sommo Sacerdote Ecc.mo Comp. Giovanni Bricchi, alla presenza del Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia l’Ill.mo e Ven.mo Fr. Giordano Gamberini e del presidente del Rito Simbolico Italiano Fr. Renato Passardi.
Le origini dell’arco reale sono oggetto di accese discussioni. Alcuni sostengono che il grado sia emerso dalla struttura iniziale della muratoria speculativa, altri credono che sia stato introdotto all’inizio del XVIII secolo. Tuttavia, la mancanza di prove documentali certe rende difficile stabilire la connessione tra i gradi simbolici e l’arco reale. Attualmente ci sono tre orientamenti principali, tutti con prove a sostegno, e il dibattito, rifiorito dagli anni ’60 in poi, è probabilmente destinato a continuare a lungo.
La prima ipotesi, forse quella meno probabile, suggerisce che l’arco reale fosse inizialmente parte del grado di maestro, in origine molto più complesso, e che successivamente sia stato estrapolato per creare un quarto grado. Un’altra individua un’origine comune tra il grado di maestro e il grado dell’arco reale, visto che la parola perduta nella massoneria azzurra viene poi ritrovata nella ritualità dell’arco reale, tuttavia anche questa ipotesi incontra delle difficoltà, in quanto il terzo grado è un’introduzione proveniente dal lato della Grand Lodge of London and Westminster che aveva avversato, in ogni occasione, le pratiche dell’arco reale. Un ultimo approccio indica la Francia, che all’epoca stava riorganizzando il proprio ordinamento e stava introducendo nuovi gradi, come culla dell’arco reale e che poi, portato in Inghilterra, abbia guadagnato popolarità nella seconda metà del XVIII secolo.
Tuttavia, le prove concrete sono scarse, e il modo preciso in cui il corpus rituale dell’arco reale si è sviluppato rimane ancora avvolto nel mistero. Tra mille incertezze, le prime documentazioni ufficiali dell’arco reale come grado a sé stante sono i verbali della loggia n.21 di Youghal, nella contea di Cork, attiva nel 1741, mentre lo scozzese Stirling Rock Royal Arch Chapter n.2, operante dal 1743, è il più antico capitolo al mondo ancora attivo.
Anche le teorie sul perché si chiami proprio arco reale sono diverse. Alcuni ritengono che la parola arco, arch in inglese, in origine indichi il prefisso arci, attribuendo così una maggiore importanza al soggetto, come nel caso delle parole arciduca o arcimago. Questo indicherebbe quindi la pratica dell’arco reale come arte arcireale, ovvero qualcosa che va oltre l’arte reale, termine con cui viene spesso indicata la libera muratoria.
La maggior parte degli studiosi, invece, collegano il termine alle pratiche muratorie operative, poiché nella ritualità si fa riferimento all’arco e alla chiave di volta necessaria a completarlo. A supporto di questa interpretazione sappiamo che, dalla metà del ‘600, la Venerabile Società dei Liberi Muratori della Città di Londra (già Compagnia dei Muratori di Londra, operante almeno dal 1375) annoverava, tra i suoi affiliati, due tipologie di muratori, diversi per abilità tecniche, gli straight o square mason (i muratori della squadra), rappresentati dalla squadra e i round o arch mason (i muratori dell’arco), rappresentati dal compasso.
Se tuttavia ci stacchiamo, per un attimo, dall’ambito storico per concentrarci sul simbolismo che invece l’arco reale propone, ci possiamo accorgere quanto il racconto narrato nel rituale possa essere ascritto ai miti della cripta e della caverna, da sempre custodi di segreti e misteri.
Nei rituali assistiamo alla scoperta di una camera sotterranea nel tempio di Gerusalemme che è nuovamente in costruzione dopo la cattività babilonese. Il rito di iniziazione si basa sulla storia di Zorobabele che, assistito da Giosuè e Aggeo, ritrova la cripta in cui è custodita la parola perduta lasciata dai tre gran maestri della tradizione massonica.
L’interpretazione della parola varia, ma che rappresenti il nome di Dio, o che si riferisca alla consapevolezza della natura divina dell’uomo, l’invito è quello di percorrere una via sempre più profonda e spirituale.
Approfondisci i sistemi rituali
del rito di York con queste
Brevi note sulla massoneria dell’arco reale
redatte dal Gran Capitolo italiano
il 6 gennaio 1980 e tratte da
Carlo Gentile e l’Arco Reale
nel rapporto tra Ordine e Riti
di Aldo Scarlata
1. La Massoneria dell’Arco Reale esiste nel mondo in quattro “gruppi” o “sistemi”, che per la loro origine e in ordine di importanza numerica dei rispettivi aderenti si distinguono in americano, inglese, scozzese e irlandese. In ciascuno di questi sistemi, l’Arco Reale si articola in Grandi Capitoli, aventi all’obbedienza un certo numero di Capitoli. Il Capitolo è l’unità funzionale, particolare e basilare della Massoneria dell’A.R.; di qui il nome di Massoneria Capitolare col quale questa viene anche designata.
2. Si ritiene che in origine (inizi del XVIII sec.) l’A.R. facesse parte del rituale di Maestro. Oggi non è più così. Anche se l’A.R. viene considerato come un complemento del Grado di Maestro, esso si realizza in Corpi Massonici separati dall’Ordine, per competenza giurisdizionale e amministrativa. Le Grandi Logge hanno sotto la propria giurisdizione i tre Gradi simbolici di Apprendista, di Compagno d’Arte e di Maestro. I Grandi capitoli amministrano il Grado di Royal Arch Mason (Maestro dell’A.R. – R.A.M.) esclusivamente, cioè senza passaggi intermedi (come nel sistema inglese), oppure attraverso due o tre Gradi intermedi (come negli altri tre sistemi).
3. Nei sistemi inglese e irlandese, i Capitoli portano lo stesso nome e numero della Loggia cui appartengono i propri aderenti. Nei sistemi americano e scozzese non esiste alcun nesso del genere tra capitoli e Logge. In tutti i sistemi,giova ripeterlo, è rigorosamente osservata una netta separazione e indipendenza tra l’Ordine e i Corpi della Massoneria Capitolare. Ciò che si verifica anche nel sistema inglese. Il fatto che quivi i Dignitari di ogni Loggia siano gli stessi del Capitolo corrispondente e che i grandi Dignitari della gran loggia Unita siano gli stessi del Supremo Gran capitolo non deve indurre in errate interpretazioni e valutazioni. A questo proposito vale la pena di ricordare che fin dal 1817 – allorché i due Grandi Capitoli esistenti e rivali si unirono per formare l’attuale Supremo Gran capitolo – la Gran Loggia Unita di Inghilterra affermò la propria disposizione “a riconoscere gli atti del Supremo Gran capitolo e, finché le sue determinazioni non interferiranno con i Regolamenti della Gran Loggia e saranno in conformità come l’Atto di Unione, essa sarà sempre pronta a riconoscerlo, aiutarlo e proteggerlo”. Con questo l’indipendenza del Supremo Gran capitolo venne implicitamente, ma inequivocabilmente riconosciuta e tale è rimasta in tutti questi anni.
4. Una conferma provante di questa situazione di netta e armonica distinzione tra Gran Loggia e Gran capitolo in Inghilterra ci viene dall’esame dei rituali in uso nelle rispettive Logge e Capitoli. È noto che la Gran Loggia Unita di Inghilterra non ha mai dato alle stampe una versione ufficiale del rituale dell’Ordine (ciò ha avuto luogo invece nel nostro Paese, nel 1969, in forma definitiva). Il rituale adottato nel 1813 – allorché le due Grandi Logge degli “Antichi” e dei “Moderni” determinarono di porre fine al periodo pressoché secolare di lotte – non fu messo per iscritto. Ciò spiega l’esistenza in quel Paese di numerosi rituali che solo lievemente si diversificano tra loro e tutti sono ugualmente validi. Uno di questi è il Rituale Emulation, che è il più diffuso. Ebbene, in nessuno di questi rituali dell’Ordine inglese è fatto minimamente cenno al contenuto dei rituali in uso nei Capitoli operanti all’obbedienza del Supremo Gran Capitolo dell’A.R.; né vi è fatta menzione di perfezionamenti ulteriori di alcun genere al di sopra del Terzo Grado. Tutti i rituali dell’Ordine prevedono, nell’elevazione al terzo Grado, la comunicazione della parola sostitutiva; nulla di più: essi terminano con il Terzo Grado, puro e semplice. Anche nei capitoli Inglesi sono praticati diversi rituali; il più diffuso è il rituale
Aldersgate. Tutti sono molto simili tra loro e tutti presentano profonde e numerose differenze rispetto ai rituali dell’ordine. Essi iniziano dove questi terminano. Con i rituali capitolari i Maestri LL.MM. inglesi vengono esaltati direttamente a Royal Arch Mason; e non sono previsti, come già accennato, Gradi o perfezionamenti di grado intermedi.
5. Le relazioni tra i Grandi Capitoli appartenenti a uno stesso sistema sono assai frequenti, continue e sempre molto calorose; mentre quelle tra Grandi capitoli di diverso sistema sono sempre rimaste molto rare: tra questi non si è mai verificato un formale reciproco riconoscimento. A determinare questa situazione hanno inciso non tanto le differenze dei rituali, che non sono affatto profonde, o le diversità di origine, quanto piuttosto il diverso numero di Gradi Capitolari dei distinti quattro sistemi. L’A.R. americano ha sotto la sua giurisdizione quattro Gradi: Mark Master, Past master, Most Excellent master e Royal Arch Mason. Quello Inglese, come già accennato, gestisce solo quello di Royal Arch Mason, “questo Supremo Grado” come è definito nei rituali, quello scozzese i Gradi di Mark Master (che può essere conferito nelle Logge), di Excellent Master e di Royal Arch Mason. Quello irlandese è analogo allo scozzese, solo che il Grado di Mark Master viene conferito esclusivamente nei Capitoli. L’A.R. americano, si distingue dagli altri tre sistemi anche perchè tutti i Grandi Capitoli esistenti, ad eccezione di tre: Pennsylvania, Virginia e Texas, aderiscono Al Gran Capitolo Generale Internazionale, un organismo che ha compiti di coordinamento e di indirizzo ad esso delegati dai Grandi Capitoli dei singoli Stati, altresì i Corpi del sistema americano, pur nella loro autonomia, fanno parte di un sistema complesso: il cosiddetto Rito di York, che comprende i Concili e le Commende, Corpi Massonici indipendenti, che gestiscono serie di Gradi loro propri. Si tratta di diversità di un certo rilievo, che in certi casi rendono addirittura impossibile da parte di un Capitolo, in stretta coerenza con i propri rituali, l’accoglimento di Compagni visitatori di diverso sistema.
6. Questo stato di cose non deve tuttavia indurre a ritenere che vi sia antagonismo o rivalità tra i vari sistemi dell’A.R. C’è in sostanza un reciproco rispetto che si traduce, ad esempio, in una rigorosa osservanza del diritto esclusivo di sovranità territoriale. Rientra nelle Antiche Usanze della Massoneria anglosassone la consuetudine di non costituire Capitoli in Paesi ove già esista un Gran capitolo appartenente a un diverso sistema. Tale atteggiamento, osservato sia dal Gran Capitolo Generale americano che dal Supremo Gran Capitolo inglese, muove da una ben determinata condizione spirituale e affonda le proprie radici nella tradizione, tanto da essere riconducibile all’ambito di una vera e propria norma morale. A questo proposito si è parlato in termini di “gentlemen’s agreement”; questa locuzione non sembra tuttavia corretta, in quanto definisce un’intesa che sarebbe possibile solo in una situazione di rapporti formali che, come sopra accennato, non si è mai verificata; tuttavia ha una sua suggestiva efficacia, se le si attribuisce il significato di “tacita intesa tra uomini di buoni costumi e di nobili principi”.
7. La legittimità di origine di un Capitolo e di un Gran Capitolo risponde alle seguenti ben determinate condizioni, ovunque rispettate. Maestri LL.MM. appartenenti ad un paese ove non esista un Gran capitolo né un Capitolo dell’A.R. possono essere esaltati al Grado di Royal Arch Mason o a Gradi intermedi della Massoneria Capitolare di un altro Paese, regolarmente costituito e all’obbedienza del Gran Capitolo del Paese stesso. I nuovi adepti, che fanno parte a tutti gli effetti di quel Capitolo, raggiunto un numero minimo (che nel sistema americano, ad es., è di nove), possono chiedere al Gran Capitolo – con il consenso del capitolo di appartenenza – l’autorizzazione a costituire nel loro Paese un Capitolo nuovo. Questo opera all’obbedienza del Gran Capitolo straniero che lo ha legittimato ed ha tra l’altro la facoltà di esaltare a Royal Arch Mason altri Maestri. Allo stesso modo possono essere costituiti nello stesso Paese altri Capitoli, sempre dipendenti dal medesimo Gran capitolo straniero. In un tempo successivo, i Capitoli così formati possono chiedere di costituire un Gran Capitolo nel loro Paese. La relativa concessione implica il riconoscimento formale al nuovo Gran Capitolo della qualifica di Corpo sovrano della Massoneria Capitolare in quel Paese, con pieno, totale ed esclusivo potere e autorità. Nel sistema americano, il Gran capitolo straniero interessato propone e sostiene la richiesta dei Capitoli al Gran Capitolo Generale Internazionale; questo, di norma in uno dei suoi convegni triennali, concede l’autorizzazione a costituire un nuovo gran capitolo, rilasciando il “charter” di fondazione secondo le Antiche Usanze e Leggi dell’Istituzione.
8. A questa prassi, che assicura ogni garanzia di regolarità e di legittimità, si è uniformato il Gran Capitolo dei LL.MM. dell’A.R. in Germania, al cui interessamento risale la costituzione del gran capitolo italiano. Alcuni Maestri LL.MM. italiani furono dapprima esaltati a Royal Arch Mason in un Capitolo tedesco; dopo di che ottennero l’autorizzazione a costituire il capitolo “Acacia” in Milano, che assunse un numero in successione con quelli dei capitoli già esistenti in Germania. In seguito vennero esaltati nel Capitolo milanese altri maestri LL.MM. italiani e quindi costituiti in Italia altri capitoli, sempre alla stessa obbedienza: i Capitoli “Ugo Lenzi” in Bologna, “Lux Etreuriae” in Pisa, “Mario Andrucci” in Siena e “Ugo dei Pagani” in Napoli. Questi primi cinque Capitoli italiani richiesero poi al Gran capitolo di Germania di agevolare e promuovere la costituzione di un Gran Capitolo dell’A.R. in Italia. Il Gran Capitolo Generale Internazionale aderì alla richiesta e rilasciò il proprio “charter” con validità ad ogni effetto a partire dall’8 febbraio 1964.
A procedura strettamente analoga si è uniformato il Supremo Gran capitolo inglese in Finlandia. In questo paese, fin dal 1930, alcuni Maestri LL.MM., già esaltati in un Capitolo di Londra, avevano costituito un Capitolo dell’A.R. regolarmente riconosciuto dal Supremo Gran capitolo inglese, alla cui obbedienza operò fino ai tristi eventi seguiti all’invasione russa del novembre 1939, che implicarono una persecuzione antimassonica. Finita la seconda guerra mondiale, altri Massoni finlandesi, sull’esempio degli anziani Compagni, vennero esaltati in un Capitolo di Londra e ricostituirono il vecchio Capitolo e successivamente altri Capitoli. Nel 1961 il Supremo Gran Capitolo d’Inghilterra prese parte ufficialmente ad Helsinki ad un’assemblea formale nella quale venne proclamata la fondazione del Gran capitolo dell’A.R. in Finlandia. In questo regolare svolgersi di episodi nel nostro Paese ed in Finlandia, il principio sopra enunciato del reciproco rispetto e della non interferenza tra diversi sistemi dell’A.R. trova esemplare conferma.
A eccezione del grado di ex venerabile, che ricorda i doveri e le motivazioni di un compagno, i gradi capitolari si concentrano sulle diverse fasi della costruzione del tempio di Salomone.
Questo grado enfatizza le virtù della costanza, della disciplina e dell’onestà. È un grado molto suggestivo incentrato sulla storia dei compagni di mestiere che lavoravano nella cava e sul loro ruolo nella costruzione del tempio di re Salomone.
Per la tipologia di simboli e riferimenti rituali, spesso è ritenuto come un’estensione del grado di compagno d’arte, considerato anche che, in origine, era diviso in due gradi distinti, uno dei quali veniva conferito subito dopo il II grado (tale uso è ancora in vigore in alcune gran logge estere).
Un grado che enfatizza la virtù della armonia e della concordia. Anticamente, solo un maestro installato, ossia un ex maestro venerabile, poteva essere esaltato all’arco reale ma, con il passare degli anni e la necessità di rinforzare i capitoli, fu creata questa ritualità di passaggio e il grado iniziò a essere concesso per permettere che anche altri maestri del marchio potessero partecipare all’arco reale. Il grado non conferisce alcun rango ulteriore al destinatario, ma è virtualmente conferito per mantenere l’antica tradizione.
Questo grado enfatizza la venerazione per Dio. Il grado è incentrato sulla creazione della chiave di volta, il completamento del tempio e la sua consacrazione. Le simbologie riguardano in particolare il sanctum sanctorum e la discesa dell’arca nel tempio. è complementare al grado di maestro del marchio e completa le lezioni simboliche lì introdotte.
Il completamento del Grado di Maestro Muratore, è spesso ritenuto il grado più affascinante dell’intera massoneria. Il suo simbolismo si basa sul ritrovamento della parola perduta in grado di maestro e illustra le origini della parola sostitutiva trovata in quel grado, il ritrovamento della parola ineffabile e il suo occultamento all’interno della parola dell’arco reale.
I maestri che giungono a questo grado hanno completato il loro percorso capitolare e acquisiscono il diritto di proseguire nella massoneria criptica o di accedere alla commenda dei cavalieri templari.
Questo grado viene conferito dagli ex gran sacerdoti ai candidati nella cerimonia di installazione di nuovi gran sacerdoti. Il grado racconta delle vicende di Abramo di ritorno dal massacro dei re e del suo incontro con il sommo sacerdote di Salem, Melchisedek.
I fratelli dell’arco reale lavorano in capitoli e si chiamano tra loro compagni. I capitoli sono guidati da un sommo sacerdote e sono coordinati dal gran capitolo nazionale che fa riferimento a sua volta a quello internazionale.
L’organizzazione e i lavori di un capitolo dell’arco reale sono, per molti versi, simili a quelli di una loggia azzurra: ogni grado ha la sua camera di lavoro. Abbiamo così la camera del marchio, di ex venerabile, di eccellentissimo maestro e dell’arco reale, ognuna con i suoi dignitari e ufficiali.
Se vuoi conoscere i nomi delle cariche e le corrispondenze nelle diverse camere con la massoneria azzurra, consulta la tabella comparativa di seguito:
| Loggia simbolica | Marchio - Ex ven. - Eccellentissimo | Arco reale | 
|---|---|---|
| 
													venerabile maestro												 | 
													venerabilissimo maestro												 | 
													gran sacerdote												 | 
| 
													1° sorvegliante												 | 
													1° sorvegliante												 | 
													reggente												 | 
| 
													2° sorvegliante												 | 
													2° sorvegliante												 | 
													dottore della legge												 | 
| 
													tesoriere												 | 
													tesoriere												 | 
													tesoriere												 | 
| 
													segretario												 | 
													segretario												 | 
													segretario												 | 
| 
													oratore												 | 
													cappellano												 | 
													cappellano												 | 
| 
													maestro delle cerimonie												 | 
													maresciallo												 | 
													comandante del tempio												 | 
| 
													1° diacono												 | 
													1° diacono												 | 
													comandante degli ausiliari												 | 
| 
													2° diacono												 | 
													2° diacono												 | 
													capitano dell’arco reale												 | 
|  | 
													maestro ispettore												 | 
													maestro del 3° velo												 | 
|  | 
													1° ispettore												 | 
													maestro del2° velo												 | 
|  | 
													2° ispettore												 | 
													maestro del 1° velo												 | 
| 
													copritore												 | 
													copritore												 | 
													sentinella												 | 
Nel nostro territorio, il sistema dei gradi capitolari è regolato dal Gran Capitolo dei Liberi Muratori dell’Arco Reale in Italia che, a sua volta, segue le linee guida del Gran Capitolo Generale Internazionale dei Massoni dell’Arco Reale.
Oggi, il Gran Capitolo Generale Internazionale dei Massoni dell’Arco Reale (GGCRAMI) è l’organo che coordina oltre l’80% dei gran capitoli statunitensi e circa un’altra cinquantina di gran capitoli dislocati negli altri quattro continenti, rappresentando così la più grande organizzazione dell’arco reale al mondo.
In Italia è presente ufficialmente dal 23 aprile 1964, giorno di consacrazione del Gran Capitolo dei Liberi Muratori dell’Arco Reale in Italia (GCLMARI) che, da allora, ne condivide, oltre all’impianto rituale, le finalità e gli obiettivi sintetizzati nella mission e vision.
La missione della massoneria dell’arco reale è quella di sostenere e promuovere uno stile di vita che unisce uomini con un simile modo di pensare in una fratellanza mondiale per espandere la luce della massoneria. Il Gran Capitolo Generale Internazionale dei Massoni dell’Arco Reale è un’organizzazione di supporto e servizio che, per raggiungere questo obiettivo, utilizza le energie e la collaborazione dei suoi membri. Una migliore comprensione della storia, del simbolismo e della natura esoterica dei gradi capitolari ci porterà a essere meglio preparati. Questi sforzi congiunti non solo miglioreranno la fratellanza, ma porteranno a maggiore compassione e interesse per tutti i massoni.
Obiettivi
The mission of Royal Arch Masonry is to support and promote a way of life that binds like-minded men in a worldwide brotherhood furthering and expanding the light of Freemasonry. The General Grand Chapter of Royal Arch Masons, International achieves this as a support and service organization utilizing a partnership effort between its members. A better understanding of the history, symbolism and esoteric nature of the Capitular Degrees will result in an improved education of our membership. These combined efforts will not only improve fellowship, but lead to a greater compassion and concern for all Masons.
In aggiunta a quanto già dichiarato nella mission internazionale, i compagni dell’arco reale italiani, nella via iniziatica intrapresa:
Per amministrare le proprie attività, il Gran Capitolo dei Liberi Muratori dell’Arco Reale in Italia elegge triennalmente, tra i suoi ex gran sacerdoti, i gran dignitari e i grandi ufficiali:
I gran dignitari formano il gran consiglio, la giunta esecutiva che supporta il sommo sacerdote nell’amministrazione del rito.
Il sommo sacerdote nomina inoltre, per ogni macroregione, un deputy per supervisionarne e coordinarne l’andamento. Il deputy del sommo sacerdote fa le veci del sommo sacerdote e funge da collegamento tra gran capitolo e territorio.
Una volta l’anno i compagni dell’arco reale si riuniscono in un’assemblea ordinaria. Oltre ai poteri elettivi e alla ratifica dell’operato del sommo sacerdote e della giunta, delibera annualmente sui seguenti argomenti:

Eccellentissimo compagno
Vittorio Fortunato
Sommo sacerdote
_

Molto eccellente compagno
Duccio Bari
Gran reggente
_

Molto eccellente compagno
Francesco Ferrari
Gran dottore della legge
_

Molto eccellente compagno
Marco Patti
Gran tesoriere
_

Molto eccellente compagno
Filippo Papale +
Gran segretario
Piemonte:
Lombardia:
Veneto:
Friuli Venezia Giulia:
Liguria:
Emilia Romagna:
Toscana:
Marche:
Abruzzo:
Umbria:
Lazio:
Sardegna:
Campania:
Puglia:
Calabria:
Sicilia:
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